I Berlink Kidz portano dissidenza alla Pelanda.
La loro tecnica, estremamente fisica – “è praticamente uno sport” dice uno degli artisti e se si conosce il lavoro di questi intraprendenti ragazzi non si stenta a crederlo data la sospensione a svariati metri di altezza dalla quale scrivono i loro pezzi – porta alla luce, di nome e di fatto, il paradosso.
Paradox (uno degli artisti del gruppo tedesco) è deciso: non beve, non fuma, denuncia senza pietà l’ipocrisia di un sistema – nello specifico quello tedesco ma più in generale una maglia di costrizioni mentali e politiche che ci attanaglia tutti – e mostra l’originale tecnica della crew alla quale appartiene all’Outdoor festival di questa edizione.

Una testimonianza importante la sua. “Non facciamo graffiti”, ci tiene a specificare più volte “ma con la nostra arte intendiamo portare avanti un messaggio di denuncia, di profonda ribellione, rispetto a questa società che ci vuole instupiditi, troppo impegnati a guardare Netflix e ad ubriacarci per accorgerci non solo delle guerre che si mangiano la terra lontano da noi ma anche di quella che viviamo ogni giorno, assorti nell’ignavia della nostra quotidianità”.
Ed è quindi un messaggio estremamente positivo quello veicolato, una riflessione spirituale che nessuno si aspetterebbe dal murales presentato al Mattatoio e che, invece, apporta un significato particolare a tutta la riflessione avanzata sul tema in auge quest’anno.
Perché il significato dietro alle loro opere risulta inflessibile ma è genuino, veicolando un’idea molto potente di Patrimonio Culturale, meno cerebrale ma di certo operativa: abbiate il coraggio di affrontare i problemi che vi circondano e non voltate la testa dall’altra parte rispetto alle vostre responsabilità!